L’impiego di estratti vegetali in ambito urologico per il trattamento di svariati disturbi a carico della ghiandola prostatica, va via via sempre più diffondendosi, anche in relazione al fatto che la ricerca farmacologica in questo campo segna il passo da diversi anni. Recentemente un gruppo interdisciplinare di clinici italiani ha così deciso di fare il punto sull’impiego dei nutraceutici nella prevenzione e nel trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB) e del cancro prostatico, pubblicando un focus sull’archivio italiano di urologia e andrologia, organo ufficiale del S.I.A. (Società Italiana di Andrologia), U.R.O.P. (Urologi Ospedalità Gestionale Privata).
Gli autori hanno voluto sottolineare il ruolo della dieta nell’incidenza e nel trattamento della malattia prostatica. Nello specifico, si sottolinea come la dieta mediterranea sia ricca di nutrienti con proprietà antiossidanti legati al consumo di olio d’oliva, nonché di fibre, frutta, verdure, legumi e cereali che, insieme ad un moderato apporto di vino e di prodotti derivati dal latte, fungono da fattore protettivo per il cancro della prostata. Allo stesso modo, un basso apporto di proteine animali e un alto consumo di frutta e verdura, quindi licopene e zinco, si confermano un fattore protettivo per l’Iperplasia Prostatica Benigna.
Nel trattamento dei sintomi dell’IPB, l’estratto di SERENOA REPENS è stata studiata in mono-somministrazione o, più frequentemente , con altre piante medicinali, alfa bloccanti e inibitori della 5-alfa reduttasi. Le più recenti analisi ne hanno evidenziato una efficacia simile a quella della Finasteride e Tamsulosina, ma superiore a quella del placebo nel trattamento dei sintomi lievi e moderati delle basse vie urinarie e della Nicturia. Per quanto riguarda altre piante, URTICA DIOICA, PYGEUM AFRICANUM e CUCURBITA PEPO possono essere considerate in aggiunta alle terapie standard, un impiego supportato da studi che mostrano il miglioramento nei disturbi prostatici e flussimetrici, quindi da consigliare in tali trattamenti.
Sul fronte carotenoidi e integratori minerali, la combinazione di licopene e selenio con SERENOA REPENS si è dimostrata in grado di ridurre l’infiammazione in sezioni istologiche di prostata e migliorare ancora i sintomi e flusso urinario in pazienti con IPB in trattamento con tamsulosina. L’estratto di polline è una miscela di componenti naturali in grado di inibire diverse sintesi di citochine, prostaglandine e leucotrieni con un potente effetto antinfiammatorio: da un punto di vista clinico, si è dimostrato in grado di migliorare sintomi e qualità della vita dei pazienti affetti da sindrome del dolore pelvico cronico e prostatite cronica.
Diversi prodotti vegetali sono stati sottoposti a indagine preclinica, in vitro e in vivo, per la loro potenziale attività farmacologica contro il cancro alla prostata, mentre sono ancora pochi gli studi epidemiologici o clinici condotti in quest’ambito. Alcune piante meritano uno studio più approfondito come la CAMELIA SINENSIS (TE’ verde o nero), il SOLANUM LYCOPERSICUM (pomodoro), il GLYCINE MAX (soia comune) e il LINUM USITATISSIMUM (lino).